Arte Contemporanea: 5 artisti da conoscere

L’arte contemporanea, definita anche come “arte post-moderna” riguarda quella corrente artistica del periodo del dopo-guerra sino ai giorni d’oggi. Durante questi decenni, sono tanti gli artisti che hanno dato espressione alla propria arte, tuttavia in questo articolo andremo a vedere 5 artisti che devi assolutamente conoscere.

Keith Haring: il padre del graffitismo

Keith Haring nasce a Reading, negli Stati Uniti, nel 1958. Viene considerato come il padre del graffitismo, e tra i primi, insieme a Basquait, ad aver portato la street art nelle gallerie d’arte.

Questo avviene per la prima quando Keith espone le sue opere per la prima volta nel 1981 al “Westbeth Painters Space” di Manhattan.

Le sue opere si contraddistinguono dal suo stile composto da personaggi bidimensionali stilizzati e dall’utilizzo di colori vivaci, tipici dei graffiti.

L’ artista ha dipito un murales a Pisa, successivamente denominato “Tuttomondo“, sulla parete della chiesa di Sant’Antonio Abate, oltre ad aver dedicato un quadro tributo alla città di Pisa raffigurando nel suo stile l’iconica torre.

Egli fu invitato nella città italiana dopo un incontro fortuito a New York con l’italiano Piergiorgio Castellani di cui erano nel frattempo diventati grandi amici.

Tra i quadri di Keith Haring troviamo anche messaggi importanti, tra cui la lotta all’AIDS ed emancipazione degli omossessuali.

La sua morte avvenne nel 1990, proprio a causa della degenerazione del suo stato di salute proprio a causa dell’AIDS.

Yayoi Kusama: l’artista ossessionata dai pois

Yayoi Kusama nasce nella prefettura di Matsumoto, in Giappone, nel 1929. L’artista ha un stile unico nel suo genere, riconoscibile subito in quanto tutte le opere sono composte da pois, alcuni dei quali ad effetti psichedelici.

L’artista iniziò ad interessarsi all’arte a partire dai 10 anni, e come raccontato da lei, l’ossessione per i pois nasce dal fatto che la mamma gli strappava i disegni da mano mentre lei era intenta a disegnare, proprio per questo motivo che iniziò a disegnare pois in quanto poteva finire rapidamente il disegno dell’opera prima che la mamma gli strappasse da mano i fogli.

Le opere di Yayoi Kusama sono sicuramente influenzate dallo stile Nihonga, uno stile artistico dove le opere vengono realizzate secondo convenzioni tradizionali giapponesi, oltre che presentare attributi di surrealismo, femminismo, minimalismo, pop art e art brut.

La sua prima esibizione risale al 1959, a New York, nella “Brata Gallery”, che gli permise di ottenere la notorietà che meritava con le sue opere.

Nel 1962, fu la prima artista donna ad esibire le sue opere ed essere acclamata, alla “Nul Exhbition” avvenuta nel Stedelijk Museum di Amsterdam.

Nonostante ad oggi viene considerata come una delle artisti viventi più importanti del Giappone, Yayoi ha deciso di vivere gli ultimi anni della sua vita in un manicomio in Giappone.

Kaws: la versione creepy di Mickey Mouse

Pochi conoscono il suo vero nome. Brian Donnelly, o meglio conosciuto come Kaws, è un artista contemporaneo nato nel 1974, le cui opere dapprime realizzate in 2D, poi in 3D, rappresentano perlopiù la versione “creepy” di Mickey Mouse.

Le sue opere sono facilmente riconoscibili in quanto rappresentano personaggi dei cartoni animati, con delle croci sugli occhi, quasi ad esprimere il “lato oscuro” di un personaggio immaginario cult. Si tratta di un artista decisamente controverso, e le sue opere lo dimostrano.

Questo artista è risaltano ultimamente in prima pagina dopo che ha annunciato nel Luglio del 2021, la collaborazione con il famoso cantante “Travis Scott” per del Merchant che comprende T-Shirt, felpe e pantaloni.

Andy Wharol: la figura predominante della Pop-Art

Andy Wharol, o per essere più precisi,  Andrew Warhola Jr., nasce a Pittsburg, negli Stati Uniti, nel 1928. Egli è stato un artista a tutto tondo, infatti, nella sua vita, è stato pittore, sculture, illustratore e addirittura sceneggiatore, produttore cinematografico, registra direttore della fotografia ma anche attore.

Nella sua vita è stato quindi capace l’arte in quasi tutte le sue forme. Iniziò la sua carriera a 21 anni, dopo essersi trasferito a New York, all’epoca capitale dell’arte dove vivano la stragrande maggioranza degli artisti americani, iniziando a lavorare per Vogue e Glamour.

Nel 1968, una femminista radicale di nome Valerie Solanas, sparò a Andy ed al suo compagno dell’epoca. Seppur le sue condizioni di salute apparvero da subito critiche, egli sopravvisse.

Nella pittura, tra le sue opere più conosciute abbiamo la rappresentazione di personaggi famosi ed influenti come Marlyin Monroe, opera denominata “The Marilyn Diptych”, Che Guevara, Michael Jackson, Brigitte Bardot ed altri personaggi.

Anche lo stile di Andy Wharol era sicuramente provocatorio. Portò infatti nelle gallerie d’arte immagini di scaffali di supermercati, e nelle sue opere rappresentava prodotti di consumo in quanto, a suo dire, rappresentavano la democrazia sociale.

Basti ad esempio pensare alle famose opere di Andy che rappresentano le bottiglie di coca-cola, oppure i suoi famosissimi barattoli di zuppa “Campbell”.

Morì a 58 anni, in seguito ad un intervento della cistifellea.Dopo la sua morte le opere divennero più vendute e scambiate dopo le opere di Pablo Picasso.

Banksy: l’anonimo artista inglese della Street Art

Su chi si cela dietro Bansky, rimane ancora oggi un mistero. Le informazioni che girano riguardo alla persona di questo artista, sono molto vaghe, e spesso non precise. Un’unica cosa è certa: si tratta di un artista inglese. Null’altro si sa a suo riguardo.

Quello che invece è chiaro, è il suo stile artistico satirico e sovversivo.Le sue opere compaiono sulle pareti pubbliche, e rappresentano temi sociali importanti, tra cui la povertà, le atrocità della guerra, sfruttamento minorile, violenza da parte della polizia, la manipolazione mediatica ed altri tema di interesse sociale.

Bansky colpisce in tutto il mondo, tra cui anche in Italia. Durante l’inaugurazione del 58 esimo della biennale, nella notte del 8 maggio 2019, Bansky realizza il murales che rappresenta un ragazzo naufragare in mare su un muro che si affaccia sul Rio di San Pantalon, nei pressi dell’università Ca’ Foscari.

In quello stesso periodo in Italia le politiche del governo in carica miravano alla chiusura totale dei porti e al respingimento dei migranti. Per procedura, la sovrintendenza presentò una denuncia a carico di ignoti, anche se fu la stessa a sottolineare che si trattava di un opera artistica di rilievo, ed in quanto tale, andava preservata.

Nello stesso periodo, Banksy si finge un pittore ambulante ed espone nove opere, con stile ottocentesco, che rappresentano navi mostruose che mangiano i monumenti della città di Venezia. Queste opere furono un chiaro sostengo ai comitati che chiedono che venga bloccato il passaggio delle grandi navi da crociera che inquinano il bacino di San Marco ed il Canale della Giudecca.

Nessuno si accorse che si trattava di Banksy, fin quando non fu lui stesso a rivelarsi su Instagram il 22 Maggio dello stesso anno. Durante la sua esibizione era impossibile vedere il viso a causa di un cappello e di un grande impermeabile.