Intelligenza artificiale: cos’è, come funziona ed a che punto siamo

L’intelligenza artificiale è, secondo la definizione di Wikipedia, l’abilità di un computer di svolgere funzioni e ragionamenti tipici della mente umana.
Ma definire esattamente cosa sia l’intelligenza artificiale è un compito arduo. Secondo quanto riportato dal dizionario De Mauro si tratta di un “insieme di studi e tecniche che tendono alla realizzazione di macchine, specialmente calcolatori elettronici, in grado di risolvere problemi e di riprodurre attività proprie dell’intelligenza umana”.

Al momento, però, non esiste ancora una definizione universalmente accettata dal momento che l’intelligenza artificiale è settore estremamente recente e in fortissima evoluzione.
Tra i vari esempi di definizione di intelligenza artificiale, Bellman ( 1978) la considera “l’automazione di attività che associamo al pensiero umano» come «il prendere decisioni, la risoluzione automatica di problemi, l’apprendimento… “, mentre per Knight (1991) si tratterebbe dello “studio delle facoltà mentali mediante l’uso di modelli computazionali“. Infine, tra gli esempi di definizione dell’intelligenza artificiale vi è Stubblefield (1993) che la identifica con “la branca dell’informatica che riguarda l’automazione di comportamenti intelligenti“.

Cos’è l’intelligenza artificiale?

A coniare questo termine nel 1956 fu John McCarthy in occasione di un seminario di due mesi presso il Dartmouth College di Hanover al quale invitò dieci ricercatori interessati alla teoria degli automi, alle reti neurali, allo studio dell’intelligenza, ma con interessi che spaziavano anche dallo sviluppo di sistemi di ragionamento automatico ai giochi come la dama.
Negli anni successivi gli studi sull’intelligenza artificiale furono confinati prettamente in ambito accademico. Ed è in quegli anni che furono sviluppate anche le prime reti neurali e la logica fuzzy. Due concetti alla base dell’intelligenza artificiale.

Reti neurali e logica di fuzzy

Per poter capire cos’è l’intelligenza artificiale bisogna prima avere chiari questi due concetti.
Il concetto di rete neurale è di per sé molto semplice. Si tratta di un modello matematico il quale cerca di simulare le reti neuronali biologiche del nostro cervello dove ogni neurone è collegato mediamente con una decina di migliaia di altri neuroni tramite delle sinapsi che, oltre a consentirci di ragionare, ci permette anche di gestire ogni funzione e nervo del corpo. Ed è proprio qui che si “aggancia” la logica fuzzy, conosciuta anche come o logica sfumata o logica sfocata. Tutti, o quasi tutti, sappiamo che un computer funziona sfruttando la logica booleana, ossia lavora su due valori, lo zero e l’uno (logica binaria). Un’affermazione, quindi, può solo essere vera o falsa senza vie di mezzo. La logica fuzzy è utilizzata nello studio dell’intelligenza artificiale per introdurre un valore di verità intermedio, ossia una variabile può assumere un valore, per esempio, di 0.2 o di 0.6. Un’evoluzione della logica booleana che, in poche parole , consente a una determinata affermazione di essere vera, falsa oppure in parte vera o in parte falsa.

Intelligenza forte o intelligenza debole?

Esistono due filoni di teorie sull’intelligenza artificiale dei robot e delle macchine: l’intelligenza artificiale forte e l’intelligenza artificiale debole. Si parla di intelligenza artificiale debole quando un robot o un computer in generale non sarà mai in grado di raggiungere le capacità intellettive umane, ma solo simulare alcuni processi cognitivi umani senza riuscire a riprodurli nella loro totale complessità. Questa è la situazione attuale delle ricerche. Attualmente siamo arrivati a questo punto.
Esistono, però, i fautori della teoria dell’intelligenza artificiale forte i quali si spingono oltre le ricerche effettuate fin qui ed ipotizzano che un giorno le “macchine” avranno un’intelligenza propria, autonoma e indipendente, pari o superiore a quella umana.

Esempi di intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale, però, non deve essere concepita come una cosa a noi lontana e confinata nei film di fantascienza: è ovunque e già oggi ci semplifica la vita, anche se spesso non ce ne accorgiamo. Ecco qui di seguito alcuni esempi di intelligenza artificiale con i quali interagiamo quotidianamente.

Assitenti virtuali

Si chiamano Siri, Google Now, Cortana. Gentilissime e sempre disponibili rispondono ai nostri comandi vocali per ricordarci un impegno, effettuare ricerche sul web, inviare un SMS o rispondere a una telefonata. E queste sono soltanto alcune delle richieste che possiamo rivolgere alle nostre assistenti invisibili. Questi software utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale per il riconoscimento del linguaggio ma anche per imparare col tempo le nostre abitudini e preferenze e venire incontro sempre meglio alle nostre esigenze.

Anticrimine

Le nostre città, aeroporti, stazioni sono controllate da migliaia di telecamere. Queste immagini vengono esaminate in tempo reale da operatori umani aiutati da potenti software. Questi sono in grado di riconoscere non tanto le facce sospette quanto gli schemi di comportamento che possono essere un segnale d’allarme. Infatti, con un opportuno addestramento questi programmi, che riescono a processare contemporaneamente migliaia di immagini al secondo, possono accorgersi se qualcuno abbandona una valigia in un aeroporto, se porta con se un’arma o se si aggira con fare sospetto nei pressi di una scuola.

Smart Home

Una delle applicazioni più interessanti dell’intelligenza artificiale riguarda l’automazione domestica. Si tratta di tutti quei sistemi che gestiscono gli ambienti in termini di temperatura, illuminazione, sonorità in base alle nostre abitudini e alle nostre preferenze.

Smart car

Le auto di ultima generazione tengono sotto controllo il traffico attorno a noi, ci anticipano sulla frenata in caso di rallentamento improvviso ed alcune sono anche in grado di seguire da sole le corsie della strada. Queste vetture sono insomma in grado di prendere decisioni in base a ciò che succede nell’ambiente circostante. Per fare questo utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale simili a quelli dei videogiochi che imparano e modificano il proprio comportamento con l’esperienza.