Quando inizia a gattonare un neonato

La vita insieme ad un neonato è un’esperienza unica, fatta ogni giorno di piccole vittorie e lenti progressi che il bambino compie col trascorrere del tempo.

Il privilegio di un genitore è proprio quello di poter assistere alle nuove conquiste che il neonato raggiunge di volta in volta, che rappresentano poi una delle emozioni più grandi per un genitore.

Uno di questi traguardi importanti avviene sicuramente quando il bambino inizia a gattonare, che è poi il primo tentativo del neonato di muoversi negli spazi e precede solitamente di poco la fase in cui si tirerà in piedi e comincerà a camminare da solo.

Ne abbiamo parlato insieme a Fabrizio, autore di casaebimbi.com e abbiamo cercato di dare una risposta alle questioni più comuni che riguardano il gattonamento

Ma quando inizia a gattonare un neonato?

La risposta a questa domanda va sempre presa con le pinze, poiché ogni bambino è un mondo a sé e i tempi con i quali ognuno di loro raggiunge determinati traguardi possono variare anche considerevolmente.

Ci sono bambini ad esempio che raggiungono precocemente un livello molto buono nella motricità fine, ma non hanno nessuna intenzione di gattonare e viceversa.

Possiamo tuttavia affermare che in genere un neonato inizia a gattonare tra i 7 e gli 11 mesi di vita, seppur non sono pochi i casi di neonati che gattonano a 5 mesi, come pure ci sono bambini che a 15 mesi non hanno ancora iniziato a gattonare.

Occorre poi ricordare che la fase del gattonamento non viene percorsa da tutti i bambini e che esistono bimbi che si mettono in piedi ed iniziano a camminare senza sapere proprio cosa significhi gattonare.

La fiducia nello sviluppo motorio del bambino

Nonostante le rassicurazioni che si possono ricevere dal pediatra o da altri professionisti, è abbastanza comune che il genitore di un bambino che ha superato gli 11 mesi e ancora non gattona possa preoccuparsi.

E’ una situazione del tutto normale, poiché se esiste un 10% di bambini che sono molto precoci nello sviluppo motorio, un altro 10% non ha alcuna fretta.

Ogni bambino ha i suoi ritmi di sviluppo e questi vanno sempre rispettati. Il compito di un genitore in questa fase può solo essere quello di stimolare il bambino a compiere passi in avanti con il gioco e stuzzicando la sua curiosità.

Il bambino inizierà a gattonare quando sarà giunto il momento, fare paragoni con altri bambini della stessa età è spesso controproducente.

L’importanza del gattonamento per il bambino

Eppure la fase del gattonamento rappresenta una tappa importante dello sviluppo di un bambino, che gli stessi pediatri tendono spesso a valorizzare.

Quando il bambino inizia a gattonare sta mettendo alla prova la sua autonomia in uno dei suoi primi compiti che riesce a svolgere da solo senza l’aiuto di nessuno.

Quando inizia a gattonare il bambino riesce finalmente a guardare il mondo da una diversa prospettiva: inizierà a spingersi, strisciare, coordinare le braccia con le gambe, puntando i piedi e sdraiandosi a pancia in su.

Queste sono tutte fasi propedeutiche alla successiva: il momento in cui il bambino si sosterrà in piedi sulle sue gambe e inizierà a camminare.

Come favorire l’inizio del gattonamento?

Come prima cosa, occorre dire che ci sono opinioni contrarie a qualsiasi stimolo al gattonamento e il motivo è semplicemente dovuto al fatto che i bambini seguono un processo di sviluppo motorio in completa autonomia e qualsiasi intervento da parte del genitore può diventare inutile.

Tuttavia è possibile provare ad aiutare il bambino a muovere i primi passi, posizionandolo a terra a quattro zampe, magari sopra un tappeto, sedendosi davanti a lui a poca distanza.

Da questa posizione si può provare a chiamare il bambino con un tono affettuoso, allargando le braccia per accoglierlo.

Qualora iniziasse a muoversi nella vostra direzione, occorre lodarlo ripetutamente, di modo che tenda a proseguire con quel comportamento, nel tentativo che riesca a percorrere l’intero percorso.

Cosa fare se il bambino non gattona?

Nel caso in cui il bambino non volesse proprio gattonare, non resta che pazientare e assecondare i suoi ritmi.

L’errore che è più facile commettere in questi casi è quello di insistere, magari con eccessiva convinzione, portando il bambino senza troppe difficoltà a piangere.

Come già detto in precedenza, occorre assecondare il ritmo del bambino con serenità senza inutili ansie da parte dei genitori.

Quali stili di gattonamento esistono?

Non tutti i bambini gattonano allo stesso modo ed alcuni sviluppano modi di gattonare alquanto stravaganti.

Ci sono bambini che hanno i muscoli delle braccia più sviluppati di quelli delle gambe che iniziano a gattonare a ritroso. E’ un comportamento alquanto buffo, ma occorre un po’ di tempo prima che si accorgano della possibilità di procedere anche in avanti.

Il modo classico di gattonare è quello a “quattro zampe”, ma ci sono bambini che tengono mani e piedi a terra e mantengono alto il sederino, oppure bambini che si muovono strisciando a terra su un lato.

La tecnica si affina poi col passare del tempo, perché il bambino riesce a comprendere quale sia il metodo più efficace per gattonare.